6 Maggio: siamo finalmente giunti allo sciopero generale!
Uno sciopero che arriva tardivamente, rispetto a quanto abbiamo chiesto a gran voce già durante la mobilitazione di quest’autunno, e con dinamiche sindacali sempre più controverse... Uno sciopero di fronte al quale però, noi che facciamo parte dell’università e che lo abbiamo reclamato dalle piazze, non vogliamo tirarci certo indietro!
Scenderemo quindi in piazza per portare avanti la protesta e la pretesa di cambiamento che hanno contraddistinto le lotte di quest’autunno, per dire no al ricatto e la precarizzazione delle nostre vite e del nostro futuro. In questa giornata di blocco totale della produzione, anche noi non vogliamo né possiamo essere da meno. Ecco perché abbiamo bloccato con catene e lucchetti l'accesso alla nostra facoltà: lo stop totale del flusso produttivo passa anche per l'università-fabbrica nella quale ci educano alla precarietà.
In un paese che verte in una situazione critica e precaria, dai luoghi di lavoro alle aule universitarie, estendiamo e generalizziamo lo sciopero nelle piazze! Diciamo chiaramente a chi vorrebbe decidere per noi e per le nostre vite, a chi ci vorrebbe piegare e schiacciare sotto la macchina della produzione: “Oggi anche la fabbrica del sapere chiude, che sciopero sia!”
Uno sciopero che arriva tardivamente, rispetto a quanto abbiamo chiesto a gran voce già durante la mobilitazione di quest’autunno, e con dinamiche sindacali sempre più controverse... Uno sciopero di fronte al quale però, noi che facciamo parte dell’università e che lo abbiamo reclamato dalle piazze, non vogliamo tirarci certo indietro!
Scenderemo quindi in piazza per portare avanti la protesta e la pretesa di cambiamento che hanno contraddistinto le lotte di quest’autunno, per dire no al ricatto e la precarizzazione delle nostre vite e del nostro futuro. In questa giornata di blocco totale della produzione, anche noi non vogliamo né possiamo essere da meno. Ecco perché abbiamo bloccato con catene e lucchetti l'accesso alla nostra facoltà: lo stop totale del flusso produttivo passa anche per l'università-fabbrica nella quale ci educano alla precarietà.
In un paese che verte in una situazione critica e precaria, dai luoghi di lavoro alle aule universitarie, estendiamo e generalizziamo lo sciopero nelle piazze! Diciamo chiaramente a chi vorrebbe decidere per noi e per le nostre vite, a chi ci vorrebbe piegare e schiacciare sotto la macchina della produzione: “Oggi anche la fabbrica del sapere chiude, che sciopero sia!”
Collettivo di Scienze Politiche
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