giovedì 7 aprile 2011

[L'angolo del tazebao] Bombe su Tripoli. L'idea inglese: mercenari contro Gheddafi

La Libia punta il dito verso la Gran Bretagna: sono gli aerei britannici ad aver colpito il campo petrolifero di Sarir, nel sud della Cirenaica, uno dei più vasti e importanti del Paese, e danneggiato l'oleodotto che lo collega al porto mediterraneo di Hariga. Londra non replica e sul Guardian affiora un'idea nuova per 'sbloccare' la guerra: i mercenari. Pagati dagli arabi.

Aerei non meglio identificati hanno sorvolato stamattina la capitale libica Tripoli, dove almeno tre forti esplosioni sono state udite alla periferia est. Lo hanno riferito fonti giornalistiche sul posto. Mentre secondo un portavoce degli insorti, bombardamenti della Nato hanno colpito forze filo-Gheddafi a Misurata.

Da Tripoli a Londra

La Libia punta il dito verso la Gran Bretagna: sono gli aerei britannici ad aver colpito il campo petrolifero di Sarir, nel sud della Cirenaica, uno dei più vasti e importanti del Paese, e danneggiato l'oleodotto che lo collega al porto mediterraneo di Hariga. Londra non replica e sul Guardian affiora un'idea nuova per 'sbloccare' la guerra: i mercenari. Pagati dagli arabi.

Ribelli inaffidabili

"Brega. Un giovane alza la sua arma al cielo, come se volesse sparare. Ma l'obiettivo è troppo lontano per poterlo colpire. Un compagno più anziano lo invita a non sparare, altrimenti potrebbe rivelare la loro posizione. Ma il ragazzo sputa con disgusto e dice: 'Ho lottato per 37 giorni, nessuno può dirmi cosa fare'. Il problema è che i ribelli libici non sono dei veri militari e neanche una forza organizzata, assomigliano di più all'avanguardia di una rivolta popolare". Nel reportage del New York Times la convinzione che si fa strada da giorni, al Dipartimento di Stato: quanti si battono tutti i giorni contro le forze leali a Muammar Gheddafi sono in molti casi persone coraggiose, altruiste, mosse da ideali. Ma non sono un esercito. Non hanno apparecchiature per la comunicazione, né funzionari o sottufficiali. In pochi hanno imparato a usare le armi. Non conoscono i principi fondamentali del combattimento e non sanno come organizzare un attacco. I rappresentanti del governo di transizione di Bengasi parlano di 10 mila uomini, ma "a combattere sono solo poche centinaia. Sembra improbabile che una forza così composta possa avanzare verso ovest, fino a Tripoli, la capitale. E una guerra di logoramento potrebbe rapidamente spezzare le loro fila".

Scomparsi 4 giornalisti stranieri

Quattro giornalisti stranieri (due statunitensi, un sudafricano e uno spagnolo) sono scomparsi in Libia: lo denuncia l'associazione Reporters Sans Frontieres (Rsf).

Arrivano i nostri

Anche a Londra non si nutre gran fiducia sulle possibilità di una vittoria militare dei ribelli contro Gheddafi. E allora la Gran Bretagna sta sollecitando i paesi arabi ad addestrare i ribelli libici, in modo da aiutarli a rafforzare la propria posizione sul campo di battaglia, prima di intraprendere dei negoziati per un cessate il fuoco. Lo scrive il Guardian, citando fonti della Difesa britannica, secondo cui gli alleati starebbero cercando di ingaggiare delle società di sicurezza private pagate dai paesi arabi per addestrare i ribelli. La Nato starebbe cercando di convincere il Qatar o gli Emirati Arabi Uniti e forse anche la Giordania a finanziare l'addestramento delle forze anti-Gheddafi. La formazione potrebbe richiedere anche un mese di tempo, per riuscire a creare una forza che sia effettivamente in grado di combattere. Secondo le fonti del Guardian, a un certo punto un cessate il fuoco effettivo sarà inevitabile e quindi è indispensabile spezzare l'attuale equilibrio e rafforzare la loro posizione sul campo di battaglia.

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